Vastesi.com

Just another WordPress.com weblog

Archive for the ‘Il solco delle idee’ Category

Ho fatto 3 al superenalotto

with 14 comments

Riceviamo da Francescopaolo D’Adamo:

Se avessi vinto i centomilioni del SuperEnalotto, avrei innanzi tutto fatto ricollocare la ruota panoramica a piazza Marconi, come negli anni sessanta, una specie di London eye, per far vedere come è bella Vasto. Avrei fatto anche realizzare una piazza sopraelevata in quel posto e ristrutturare il mercato di Santa Chiara. Se avessi vinto i cento milioni, avrei finalmente fatto completare il restauro di Palazzo d’Avalos, avrei fatto restaurare e recuperare Palazzo Genova Rulli e le ville d’Avalos. Quella di Punta Penna, che avrei trasformato in un campus universitario (di questi tempi) quelle di via Pescara e di via Santa Lucia ma soprattutto quella di via frutteto eccezionale luogo di cultura in quella zona della Città forse trattata con distrazione. Se avessi vinto, avrei potuto comprare le aree di risulta della ferrovia per lasciarle incolte e selvagge, avrei fatto sistemare invece con molta cura i giardini pubblici. Avrei addirittura potuto comprare i terreni destinati al centro oli a Ortona, per poi decidere cosa farne, avrei potuto comprare dei terreni da dare in comodato a chi ama l’agricoltura, quella vera, quella del sudore. Avrei ampliato il parco di aqualand aggiungendo giostre per utilizzarlo anche nella stagione invernale. Avrei riqualificato il cimitero ed ampliato lo stesso. Avrei restaurato il palazzo sede del Municipio.
…Avrei, avrei … ma ho fatto solo tre, mi sono comprato un grande gelato e … ho continuato a sognare.

Pubblicità

Written by vastesi

ottobre 24, 2008 at 7:09 PM

Pubblicato su A Vasto, Il solco delle idee

Tagged with ,

Un progetto per recuperare il Centro Storico di Vasto

with 47 comments

Negli ultimi giorni si è sviluppato un interessante dibattito sul Centro Storico e sul modo migliore per ridargli vita. In questa discussione possiamo dire la nostra sui problemi del centro e raccogliere e discutere le nostre proposte per migliorarlo.

Se riusciremo a sintetizzare e concretizzare una bozza, la manderemo ai nostri amministratori…

Written by vastesi

febbraio 21, 2008 at 1:53 PM

Pubblicato su A Vasto, Il solco delle idee

Tagged with ,

Punta Aderci dobbiamo fare di più

with 15 comments

Se dopo l’incontro con il Sindaco c’è chi pensa che la questione di Punta Aderci sia in via di risoluzione si sbaglia. A fine mese la pulizia da parte dei carcerati verrà sospesa e i gestori della riserva, la Cogestre, rimarranno soli a far fronte al problema della spazzatura portata dal mare e dalle coppiette.

L’inverno non può far calare l’interesse attorno alla Riserva, le firme non possono rimanere a 130 o poco più. Dobbiamo inventarci qualcosa, incentivare i giovani a sottoscrivere la petizione.

La riapertura delle scuole potrebbe giocare a nostro favore.

Pensavo ad un concorso che apra una discussione attorno al problema dell’ambiente e della riserva.

Abozziamo qualche idea.

Written by vastesi

settembre 6, 2007 at 4:58 PM

La Fotostoria di Vasto

with 9 comments

Ammetto che non si tratta di un’idea originale, nel senso che è spudoratamente copiata, però l’idea del sito è questa, no? Portare a Vasto esperienze fatte fuori.

La Fotostoria di Vasto è un progetto di facile realizzazione ma di un’importanza unica per il futuro. Si tratta di attrezzare un camioncino ed andare in giro per i quartieri di Vasto e per i paesi del vastese per digitalizzare le fotografie che abbiamo in casa. Non tutte, chiaro. L’idea è fissare un anno chiave nello sviluppo della nostra zona e da lì retrocedere senza limiti.

Magari si può pensare ad un incentivo per i volontari che parteciperanno, regalare un CD con i loro contributi, per esempio…

Con le foto digitalizzate e raccolte ci si può fare un buon archivio fotografico comunale e anche una bella mostra. Pensate, fra 70-100 anni i nostri (pro)nipoti potranno vedere foto di due secoli prima!

PS: anche in questo caso, la spesa sarebbe davvero ridicola…

PS’: se avete uno scanner a casa, possiamo iniziare noi!

Written by vastesi

agosto 24, 2007 at 10:08 am

Accesso alla spiaggia di Punta Penna

with 2 comments

Una volta si arrivava con la macchina fin dove oggi inizia la passerella di legno.
Con una strada polverosissima ed impervia che fra macchine e polvere era infernale per chi la faceva a piedi.
Poi decisero di dare una bella pulita e di sistemare finalmente la carreggiata.. bene… ora si andrà molto meglio… non si rimarrà impantanati in una mega pozzanghera (vi ricordate che laghi si formavano dopo un giorno di pioggia? Per passare a piedi si dove salire sui muretti laterali..) e non si rischierà piu’ di spaccare la coppa del motore…

Eh no! Qui si chiude, sbarra.. e taaac! tutti fuori.
Ovviamente il traffico è consentito agli operatori della riserva.

Tutto bene fin qui.. piu’ o meno… pero’…
Dall’anno scorso.. e anche quest’anno, mi è capitato di vedere come l’imbocco della strada di accesso alla spiaggia (quella appena si svolta dalla strada che scende la porto) diventi non piu’ praticabile con la macchina da parte di chi abbia parcheggiato negli appositi spazi nel piazzale antistante la sbarra posta all’inizio dello sterrato.
Bene, se li’ ci sono i parcheggi è giusto parcheggiarci, ma con ordine e regole.
Personalmente non sono piu’ sceso a cercare posto sin dall’inizio e mi fermo sempre nei pressi della fontanella – ristorante ferri e scendo poi a piedi.
Ma spesso ho visto famiglie rimanere bloccate perchè non riuscivano a passare con la macchina.
Una volta ho visto 3 persone spostare a mano una 600, alzandola.

Basterebbe poco: sistemare il divieto di sosta sul lato destro della strada di accesso e farlo rispettare.
Poi potremmo pure entrare nel merito della scelta di spostare la sbarra piu’ avanti per far posto a una bella filla di macchine ordinata sulla sinistra della strada sterrata.. le ultime numerosissime presenze costringevano a parcheggiare fin molto lontano dall’incrocio davanti il ristorante, ai lati di una strada non cittadina, poichè si riempiva su entrambi i lati anche la strada che va verso l’ingresso dell’area portuale.

Quindi un’idea (apparentemente in contrapposizione alla petizione sulla riserva) potrebbe essere di ripristinare il transito fino alla parte piu’ larga della strada sterrata, dove sarebbe possibile fare inversione, per ospitare almeno una cinquantina di veicoli in piu’ e senza ledere gli interessi dell’area.
E nel contempo realizzare una semplice gradinata (sul modello delle altre) per gli accessi pedonali all’altezza della fontana in cima alla strada principale. Il costone si presta a questa installazione senza particolari lavori di preparazione, la pendenza non è eccessiva e si deve solo ripulire il percorso dalle erbacce fino allo sbocco 20 metri prima l’inizio del piazzale coi parcheggi prima menzionato.

Written by vastesi

agosto 23, 2007 at 8:20 PM

Porto d'Arte

with 18 comments

Una possibilità turistica per il porto è cercare di sfruttare il suo intorno per l’arte…Un porto d’Arte.

Porto d’Arte 1

Si può cercare di valorizzare il porto di Punta Penna artisticamente lanciando un concorso, magari internazionale, per realizzare un’opera d’arte nel porto. Per esempio, sul lungo pontile che è a nord del porto, si possono costruire una serie di sculture. Per farlo si può lanciare un concorso e scegliere tra i vari progetti presentati. Si può pensare a un tema, per esempio ‘Il viaggio del pescatore’ o il ‘Ritorno del pescatore’, ci sono molte possibilità.

Il concorso servirebbe a risparmiare un po’ di soldi: è più economico che contrattare direttamente un artista. Si può anche pensare ai finanziamenti dei privati: sono tante le industrie e le imprese che operano nella zona industriale del porto.

Porto d’Arte 2 (proposta economica)

Se l’idea di una opera d’arte permanente spaventa, si può ripiegare sul più semplice (ed economico) concorso d’arte. Si tratterebbe di organizzare una competizione tra artisti che in un giorno e nella splendida cornice del porto devono realizzare un’opera (quadro, scultura, etc.). Un giurato popolare o specializzato, sceglierà l’opera più bella, che ovviamente vincerà il primo premio.

Il concorso potrebbe inserirsi in contesto più amplio, come una ‘Festa del porto’ (o del ‘Pescatore’?) o, più semplicemente, all’interno della festa che annualmente si fa a Punta Penna.

Che ne pensate?

Written by vastesi

agosto 18, 2007 at 9:29 PM

Pubblicato su Il solco delle idee

Percorso natura per andare al mare

with 5 comments

Ormai è noto: questo sito è nato per proporre iniziative concrete per migliorare la nostra città. Da quando abbiamo inaugurato ‘Notte e jurne penz’a tajie’ sono molti gli spunti che i suoi utenti hanno lanciato, ma in questa categoria cerchiamo di scrivere su idee fattibile e concretizzarle al massimo.

Inizio io con un ‘Percorso Natura per scendere al mare’, con il doppio fine di incitare i turisti e i vastesi ad andare a piedi e invitarli a fare un bella passeggiata. Si tratta di un sentiero, ovviamente ben segnalizzato e pulito, che va dal centro storico a Vasto Marina. Lo farei passare vicino alla frana per dare una possibilità in più: arrivare fin li in auto e poi scendere a piedi. Per risalire, chiaro, ci sono gli autobus.

Il sentiero dovrebbe evitare la strada e quindi, me ne rendo conto, c’è la difficoltà di dover passare su terre private, ma non penso ci sia altri problemi. Secondo me se ben realizzato e se tenuto in condizioni ottime, è una buona idea.

La discussione è aperta.

Written by vastesi

agosto 18, 2007 at 9:16 PM

Pubblicato su Il solco delle idee

Questione universitaria vastese

with 13 comments

Vorrei sollevare un tema che mi sta perticolarmente a cuore: la questione universitaria. Tutti sappiamo come la Città del Vasto sia stata sede di un diploma universitario affiliato alla facoltà di lingue di Pescara che riusciva a portare in città circa 200 universitari per anno.  Purtroppo a seguito della riforma universitaria che aboliva il concetto di diploma universitario e grazie all’incapacità della classe dirigente di far quadrato intorno al corso vastese magari ottenendo l’istituzione di una vera facoltà, Vasto perse un prezioso gioiello. Durante quegli anni cercai in ogni modo di sollevare la questione, proponendo una raccolta firme, cercando l’appoggio di diversi politici, provando a sensibilizzare direttamente il sindaco, ma invano. Non ho mai capito perchè la classe politica vastese, ma anche l’opinione pubblica vastese non abbia mai messo “in cima alla lista delle cose da fare” cercare di risolvere la questione universitaria. E’ sempre stato un argomento latente (possiamo leggere le parole “riportare l’università a Vasto” in qualsiasi programma elettorale delle precedenti amministartive) su cui è sempre mancata a mio avviso la maturità culturale di insistere fortemente. Eppure non tentare di ottenere una facoltà universitaria appere ai miei occhi un suicidio politico di una città che vuole crescere. Le ricadute econonomiche, culturali e pechè no, di promozione turistica sarebbero praticamente senza limiti. Io rimprovero alla precedente così come all’attuale amministarzione comunale di non cercare di percorrere fortemente e con ogni mezzo a disposizione, la via per portare in città una facoltà universitaria. A malincuore sono costretto a pensare che gli amministartori vastesi non siano stati in grado di comprendere l’enorme patrimonio che Vasto possedeva. Infatti al contrario di altre città consorelle come Lanciano ed Avezzano, Vasto non possiede neppure un comitato pro-Università. Manca proprio il movimento culturale ed economico che sappia spingere gli amministartori a cercare di percorre tutte le vie per il ritorno dell’università, cosi come stanno facendo proprio la città consorelle di cui sopra. Ed i risultati si vedono: Avezzano per esempio ha attivato in convenzione con l’università di Teramo, la sede staccata della facoltà di giurisprudenza. Questo è un tipico esempio di lungimiranza che Vasto dovrebbe quantomeno cercare di copiare. Se l’Università D’Annunzio di Chieti, che percorre una politica molto centralista, non fosse intenzionata ad aprire facoltà a Vasto, si cerchino vie alternative verso altre università oppure verso l’attivazione di una nuova università abruzzese magari in collaborazione con Lanciano e con quelle città che volessero partecipare anche con sforzo economico delle imprenditorie locali. Ho sempre pensato che Vasto potesse essere sede di facoltà di ingegneria, visto che in Abruzzo è presente solo nel capoluogo aquilano e che quindi anche geograficamente la nostra città potesse essere la più indicata ad ospitare una seconda facoltà regionale. Percorrere la via di un “centro internazionale di studi Rossettiani” in collaborazione con l’Università D’Annunzio, inoltre, non è sicuramente una strada sbagliata. Ma mi preme sottolineare che bisogna portare questo dibattito in città. Voglio aprire qusta discussione e vorrei che semplici cittadini o politici che leggessero queste considerazioni, possano intervenire sul tema. Mi piacerebbe che anche da questo sito possa nascere il nucleo di un Comitato pro-Università vastese.

Written by vastesi

luglio 4, 2007 at 3:10 PM

Pubblicato su A Vasto, Il solco delle idee

Tagged with

Un nostro Piano Traffico

with 7 comments

Girovagando in rete ho trovato quest’intervento di Micfromto nel forum di piazzarossetti.it. Mi è piaciuto perchè suggerisce provvedimenti concreti e mi sembra una buona base per iniziare a proporre qualche misura per far fronte a questo problema.

Si è già detto che bisogna migliorare il servizio pubblico e magari imparare che possiamo anche lasciare l’auto a casa; si è sottolineata l’importanza di alcuni parcheggi, strategici per non intasare il centro; e si è sperato nella costruzione di piste ciclabili. Ora proviamo a immaginare di poter modificare l’attuale piano traffico e poter chiudere strade, stabilire sensi unici, etc.

“La mia proposta è chiudere Corso Italia e Corso Cavour obbligando le macchine fuori dall’ipotetico quadrilatero che andrebbe dalla Villa Comunale fino al Comune. A parte il periodo estivo, di parcheggio ce n’è a sufficienza. Comunque potrebbe restare aperto il parcheggio di piazza Marconi (Santa Chiara, ci si fa qualcosa???), con ingresso da via IV novembre e uscita dalla via che va fino a San Michele (come sarebbe logico fare ogni volta che si parcheggia in quel posto per evitare discussioni tra automobilisti). A fianco di ‘Quattro di Spade’ mi hanno detto che stanno costruendo qualcosa di simile ad un parcheggio. Viale D’annunzio e il parcheggio dei Gabriellini (praticamente inutilizzato perchè a pagamento anche di notte) costituiscono un altro sufficiente bacino di aree sosta che dovrebbe soddisfare la cittadina intera.

Questo ‘piano traffico’ deve tenere conto di due controindicazioni:
1) il sovraccarico di corso Garibaldi (già di per sé troppo congestionato);
2) i residenti o gli esercenti che hanno bisogno di passare e parcheggiare.

Per la prima, sono convinto che dopo un periodo di rodaggio il ‘passante’ per il corso sarà fortemente dissuaso dal fare quella strada optando per la circonvallazione, a mio avviso sottodimensionata e che può sopportare ben altro tipo di traffico. Chi invece deve andare in centro ha altre possibilità di percorso e se proprio deve passare di lì, beh, si faccia pure il purgatorio. Sarebbe opportuno studiare anche una sorta di ZTL oraria per facilitare i passaggi su quel corso dei mezzi pubblici e un minore impatto dell’inquinamento. (Intanto mi chiedo se non si possa ipotizzare già questa come soluzione iniziale di contenimento).

Per i residenti invece basta studiare un sistema di abbonamento a prova di ‘furbo’, a modello di altre città. Mi viene in mente Siena che all’ingresso del centro ha le telecamere che non si fanno scappare una macchina. Oppure i sistemi, che ho visto in altre città del nord, che salgono dal pavimento e che possono essere movimentati per mezzo di una specie di telepass. Insomma, se non hai diritto al passaggio e al parcheggio, non passi.” (Micfromto)

Written by vastesi

giugno 14, 2007 at 11:34 am

Pubblicato su A Vasto, Il solco delle idee

Anfiteatro o Naumachia?

with 9 comments

Vi propongo un vecchio articolo di Giuseppe Catania, pubblicato su “Il Tempo” del 26 agosto 1974, che riporta la tesi secondo cui al di sotto di Piazza Rossetti dovrebbe esistere un anfiteatro romano.

Un anfiteatro romano sotto piazza Rossetti

La sua esistenza trova un’autorevole conferma nello studio recentemente condotto dall’arch. Marinucci – Un’apocalittica alluvione avrebbe sommerso la conca entro cui sorgeva

Il Tempo, 26 Agosto 1974 – G. Catania

vastocastello.jpg

Più volte da queste colonne e da anni abbiamo sostenuto che al di sotto dell’attuale piazza Rossetti, dalla singolare pianta circolare, esiste un anfiteatro romano di notevoli proporzioni.
L’affermazione, peraltro, trae spunto da alcuni riferimenti tramandatici dagli storici Romanelli (Scoverte Patrie), Luigi Marchesani (Storia di Vasto) e N. A. Viti (Memoria dell’Antichità di Vasto), entrambi questi due vastesi.
Recentemente, a conferma delle nostre indagini storiche ed archeologiche, l’architetto Alfredo Marinucci, autore del volume «Le iscrizioni del Gabinetto archeologico di Vasto», una delle più importanti rassegne tecniche poste all’attenzione degli studiosi e degli appassionati della cultura storica ed artistica, nella sua introduzione all’opera offre una esauriente e dettagliata relazione sull’esistenza proprio in piazza Rossetti di un anfiteatro romano:

« Ancora nel Rinascimento – scrive l’arch. Marinucci – nel “piano” di San Francesco da Paola, attuale piazza D. G. Rossetti, erano in evidenza ampie strutture di un complesso monumentale misurante 225 piedi (67 metri circa) di lunghezza e per 210 (62 m. circa) di larghezza e variamente interpretato: Leandro Alberti, Flavio Biondo, Paolo Merula sostenevano che fosse un teatro, il Viti una Naumachia. Oggi, invece, possiamo con assoluta certezza affermare che il monumento in questione non è un teatro (o tantomeno un’impensabile naumachia), bensì un anfiteatro, costruito in opera cementizia rivestita di opera mista (reticolato con ricorsi in laterizio) fuori del perimetro urbano, a lato di esso, sulla cui ellisse, sorsero poi gli edifici che delimitarono la piazza sui lati nord ed est e di cui erano ancora visibili nel XVIII secolo le arcate »..

Delle vicende di questo anfitatro ci siamo più volte occupati riferendo che un’improvvisa, apocalittica alluvione, allagò sommergendola nel fango disceso dalle colline circostanti la conca entro la quale era stato costruito l’anfiteatro, lasciando visibili le arcate esterne. Che entro questa conca naturale siccessivamente si svolgessero le «battaglie navali» a divertimento della popolazione, riempiendo l’invaso con le acque defluenti dall’acquedotto romano posto nelle colline di Cupello e Monteodorisio, per la condotta dell’attuale via «Naumachia» è anche presumibile, se alcuni autori, come l’attendibile Romanelli, riferiscono del teatro coem una «Naumachia». Certo è che al di sotto dell’attuale piazza l’anfiteatro giace con tutto il suo splendore architettonico e l’inestimabile testimonianza storica dell’antichissima e civilissima Histonium.
Giova anche rilevare come in epoca medievale, lungo le arcate emerse dalla colmatura alluvionale, si siano addossate le costruzioni di cui oggi si ha ancora visione.

Le esigenze e le tecniche dell’epoca suggerivano che all’interno delle mura trovassero posto le costruzioni dei nobili, al riparo delle incursioni dei ladroni e delle bande di rapinatori; mentre all’esterno trovavano sistemazione le case del volgo.
Infatti, se scorriamo la composizione toponomastica, troviamo che all’interno della piazza Rossetti sono dislocate le costruzioni di maggiore volume ed ancora toneggianti a ridosso delle arcate romane (periodicamente nell’opera di restaurazione o rifacimentodegli edifici vengono alla luce opere edilizie romane), mentre all’esterno, cioè nella zona delimitata dal via Santa Maria Maggiore, ritroviamo nella tipica conformazione urbanistica medievale, le case del popolino, di dimensioni ridotte, che costituivano l’agglomerato urbano al di “fuori” delle mura.

L’anfiteatro, quindi, oltre a costituire un’opera di svago ai tempi della romana Histonium, il cui splendore rifulgeva insieme all’importanza che il «municipio romanorum» assumeva nell’ambito dell’assetto territoriale di Roma, rappresentò in epoche succesive materia di utilizzazione nelle tecniche costruttive e difensive, se si tiene anche conto che il Castello medievale ra collegato alla Torre di Bassano, proprio mediante le arcate esterne ad este della piazza, per costituire un baluardo alle scorrerie dei turchi che, sbarcati alla marina, risalivano lungo la china della Madonna della Catena, dopo essre stati avvistati dalla “difesa” della torre della chiesa di Santa Maria Maggiore.

Written by vastesi

Maggio 11, 2007 at 11:18 PM