Archive for dicembre 2009
Sulle amministrative 2011
di Francescopaolo D’Adamo
Il simpatico Nicola D’Adamo, nella sua ipotesi sulle candidature per le amministrative 2011, ha dimenticato una sigla importante per Vasto. Quella dell’IdV. “Incredibile dictu” ovvero, troppa automazione nei suoi discorsi.
La politica è divenuta creatività, propone novità, la famosa “Fantasia al potere” degli anni Settanta, è divenuta realtà. Lasciare quindi ai soli tre moschettieri la conduzione della battaglia politica, trascurando D’Artagnan, mi sembra riduttivo. Da tempo infatti sono in corso trattative, e questo Nicola lo sa, per ingaggiare “Lu La” e porlo come portabandiera del partito di Di Pietro a Vasto. Mi spiego meglio, non Lula (Luiz Inácio da Silva) presidente del Brasile, ma Lu La (Luciano Lapenna) già sindaco di Vasto.
Oggi nella sua conferenza di fine anno il sindaco (con la minuscola voluta) non scioglierà la riserva, poiché nessun giornalista gli porgerà la domanda, tuttavia ……
Uno Stato di Diritto
di Adriano Bologna
Se si vive sempre in Italia, anche preparati politicamente e culturalmente, non si riesce a capire perchè il nostro Stato, non è uno Stato di Diritto. I Diritti dati dalla Costituzione ci vengono poi tolti nell’attuazione pratica delle leggi e soprattutto dal Fisco che non è assolutamente allineato con quello degli altri paesi Europei con cui stipuliamo trattati perdendo la sovranità Nazionale. Siccome si tratta di un tema per cui potremmo scrivere per ore, mi limiterò a fare degli esempi.
Ogni cittadino Europeo o di altri Stati occidentali, anche e soprattutto l’operaio, a fine anno viene invitato dal proprio stato a fare la dichiarazione dei Redditi. L’operaio ricava il suo Reddito dalla somma dei suoi stipendi avuti durante i suoi ultimi dodici mesi lavorativi. Ha però la possibilità di far valere e quindi di sottrarre, al Reddito ufficiale tutti i costi avuti, relativi o collaterali al suo rapporto di lavoro. Per esempio, se si lavora, moglie e marito, i costi per l’asilo nido, i costi per la macchina, incluso assicurazione, costo macchina 0,50 Euro per Km. fatto da casa fino al posto di lavoro. I costi per il sostenimento dei genitori o parenti facenti parte il proprio nucleo famigliare. I costi per mandare a scuola i propri figli, libri, autobus ecc. I costi per assicurazioni, inerenti gli orari in cui i figli non possono essere controllati perchè si è sul posto di lavoro. I costi per abiti di lavoro o eventuali costi per corsi di aggiornamento ecc. Potrei continuare nella elencazione a lungo, sta di fatto che un operaio, a fine anno riceve dal fisco una somma che va dai 3000 ai 5000 Euro, per ripagarlo dei costi considerati speciali. Questa possibilità, pur essendo nei trattati Europei stipulata dallo Stato Italiano, in Italia non viene messa in pratica. Oggi 28.12.09 ho già ricevuto il nuovo testo a casa, spedito a tutti i cittadini residenti in Germania dallo Stato Tedesco, che comprende tutte le nuove leggi fiscali o le variazioni fiscali a livello Europeo fatti nel 2009. Le variazioni sono tante che esse vengono riportate in un libro di 800 pagine.
Queste variazioni a vantaggio dei cittadini Europei vengono messi in atto in Italia????? NO.
Queste informazioni che mettono l’operaio sullo stesso livello dell’Azienda per quanto riguarda il Fisco vengono portate a conoscenza???? Penso proprio di no.
L´immatricolazione di un veicolo costa in Germania 10 Euro, in Italia 500 Euro.
In Germania non si paga l`Autostrada.
In Germania a tutti i bambini fino al 18, eventualmente se studia fino al 27.mo anno di età viene pagato un assegno famigliare pari a 280 Euro mensile, indipendentemente se i genitori lavorano o meno, indipendentemente se essi sono milionari o mendicanti.
Lo stato Italiano incassa per i bambini, secondo le nascite Nazionali, somme dal fondo sociale Europeo; ma dove finiscono poi??
Chiudo perchè potrei continuare per ore. Dimenticavo, ci eravamo impegnati, con trattati dal 1996, di non far pagare più le nostre autostrade, usufruendo di fondi Europei, dove sono finite queste somme?????
Ricorda un amico a Natale
di Adriano Bologna
Pensiero di Natale.
Era l’anno 1972, pochi giorni prima di Natale, non avevo neanche una Lira in tasca ed avevo deciso di andare per tre mesi a lavorare in Germania. A Pescara salii su un treno che andava fino a Dortmund, non avevo pagato il biglietto e, sedutomi in un sedile nei pressi di una toilette, stavo escogitando un piano per viaggiare il più possibile senza essere scoperto e fatto scendere dal treno. Guardavo continuamente in avanti e poi verso dietro, se fosse venuto il controllore sarei corso a rinchiudermi in una toilette.
All’improvviso un uomo dalle sembianze molto malandate, si sedette a mio fianco, mi disse: Tu come me non hai il biglietto. Gli chiesi come facesse a saperlo. Mi rispose che lui da anni viaggiava per tutta l’Europa senza biglietto e che era esperto, che dal mio comportamento l’aveva capito. Mi disse di conoscere molto bene il treno Lecce – Dortmund e che a Pescara i controllori erano scesi e che di nuovo due sarebbero saliti a Rimini e che fino a Rimini potevo essere tranquillo. Mi disse ancora che lui mi avrebbe consigliato come viaggiare senza essere scoperto.
Passati Rimini, vedendo arrivare il controllore mi disse di entrare nella toilette delle donne senza chiudere la porta, in modo che la spia risultasse verde, lui si chiuse in quella per uomini. Siccome quasi tutti i vagoni avevano le toilette, rimanendo circa 15 minuti per ogni toilette riuscimmo ad arrivare a Chiasso, dove fummo scoperti dalle guardie di confine e fatti scendere.
Comunque in tutto il tempo che rimanemmo chiusi nelle toilette, quell’uomo mi raccontò la sua vita. Era una persona estremamente colta, laureato in Lettere e Filosofia, era di Perugia ed aveva ereditato da suo padre una relativamente grande azienda di trasporti, 33 Camion. Lui nel giro di alcuni anni aveva portato l’azienda al fallimento e abbandonato dalla moglie, aveva deciso di vivere da Hippies in modo completamente libero, girando l’Europa. Mi diede due Leggi di vita, che io poi nella mia vita ho seguito alla lettera con molto successo.
Della prima legge non posso parlarne, ma della seconda mi disse, quando un giorno avrai tutto quello che hai desiderato, quando un giorno potrai comprarti tutto quello che vuoi, rimpiangerai questi giorni e capirai che avere di meno significa avere di più e quel giorno penserai di nuovo forse a me.
Ci portarono in caserma e dopo aver preso i nostri connotati ci rilasciarono. Dopodichè mise le mani in tasca e tirò fuori 27.000 lire e me li diede era tutto quello che aveva. Io dissi che non li avrei mai accettati, ma lui mi convinse facendomi capire che se mi avessero di nuovo preso senza biglietto in Svizzera mi avrebbero arrestato. Pagai il biglietto ed arrivai in Germania.
Da quel giorno vissi come lui mi aveva consigliato, seguendo la prima legge di vita di un mendicante, oggi vorrei poterlo ringraziare, oggi che sono arrivato sull’orlo della seconda legge, quella che dice: avere di meno significa avere di più, vorrei poter rivedere il mio vecchio amico, per potergli fare un regalo di Natale.
Pensiero a Natale
di Adriano Bologna
Il Sinello non aveva più acqua,i nostri genitori erano morti,gli alberi erano secchi,le campagne gialle come il deserto,il mare inquinato,le fontane prosciugate,le fanciulle non chiedevano più amore,gli uccelli erano andati via non so dove,il sole bruciava più forte,e le campane avevano perso il suono, all’amicizia non si credeva più. A questo punto decidemmo di usare le nostre ricchezze, tutti i soldi che avevamo accumulati per ricomprare tutto quello che non c era più. Andammo tutti insieme dal miglior Manager e portammo da lui le immense somme da noi in tutti gli anni accumulate. Il Manager rimase di incanto nel vedere tanta moneta, mai nella sua lunga carriera aveva visto tanto oro. Per un attimo rimase a pensare poi ci chiese: “Chi di voi firma il contratto per poter riavere tutto il naturale perso, un giorno per voi insignificante, ed adesso all’improvviso diventato cosi importante?”
Io risposi, senza esitazione, tanto era la ricchezza e tanta la voglia di rivedere gli uccelli. Il Manager scrisse il contratto e quando mi chiese la somma da riportare dissi a lui: “La somma più grande conosciuta dalla nostra matematica”. Il Manager eseguì il mio volere e finito di scivere il contratto chiese con rispetto la mia firma. Dopo aver asciugato l’inchiostro della mia firma, all’improvviso il Manager divenne rosso in viso, quasi ad avere difficoltà ci disse: “Ma io non so chi vende quel che voi desiderate”. A questo punto capimmo che le nostre ricchezze non avevano nessun valore.
Forum sul turismo. Impressioni
di Francescopaolo D’Adamo
… e ci mancherebbe che non fossimo nemmeno il “caposaldo turistico della provincia di Chieti”. Con chi dovremmo competere visto che abbiamo due immense spiagge, una lunga scogliera e una riserva naturale. Abbiamo un centro storico che aldilà delle sue emergenze architettoniche, presenta dei panorami stupendi. Ancora resiste un minimo di paesaggio agreste che tuttora produce prodotti genuini. Abbiamo un ampio elenco di pietanze caratteristiche e prodotti gastronomici tipici. Abbiamo musei, pinacoteche,
gallerie d’arte secondi a nessuno. Abbiamo un caratteristico entroterra.
Abbiamo, abbiamo ed ancora abbiamo … e siamo contenti per il semplice fatto che restiamo “il caposaldo turistico della provincia di Chieti”?
Si vergogni chi è soddisfatto di questo.
Il Consigliere Comunale Simone Lembo, quando dice: Le motivazioni prevalenti tra i flussi turistici di provenienza nazionale sono strettamente legate alla fruizione delle risorse balneari, anche se è in costante crescita il segmento del turismo culturale, rientato soprattutto alla fruizione del patrimonio archeologico.
Da non sottovalutare anche le motivazioni di ordine ambientale, connesse cioè alla fruizione delle aree naturali protette. Fortemente in crescita, invece, risultano le motivazioni di natura eno-gastronomica, “ tra una fruizione e l’altra”, cosa vuole esprimere?
Chi lo ha detto che il turista preferisce il patrimonio archeologico alla pinacoteca o alla galleria d’arte moderna. Perché specifica il termine “archeologico”. Chi lo ha detto che il turista preferisce le aree naturali “protette” alle altre scogliere o alle altre spiagge. Perché specifica la parola “protette”. E quando si parla di eno-gastronomia, passi per la gastronomia, ma il primo elemento di questa parola composta, “eno” sta per “Enotria”?
Vuoi vedere che questa parola composta lascia intravvedere le “passioni” di alcuni componenti questa amministrazione? Valorizziamo solo quelle? Allora diciamo che c’è richiesta di quel tipo.
Mi scuseranno gli amici che gestiscono la riserva di punta d’Erce o quelli che si apprestano a gestire Palazzo d’Avalos (che non è solo il museo archeologico), se penso male.
Il futuro? E’ necessario incrementare la logica di sistema e la qualità dell’offerta turistica, far percepire l’offerta nel suo insieme, curare i collegamenti e credere fortemente nel progetto di polo turistico della costa dei trabocchi”. Mi spiegate, per esempio, perché chi possiede un trabocco nel territorio di Vasto subisce un forte ostracismo? Ribadisco che è solo un esempio, se ne potrebbero citare altri. Il primo cittadino pare abbia concluso il forum dicendo: “Il turismo balneare era e rimane la nostra forza anche se da qualche anno a questa parte Vasto può puntare anche sull’ambiente e sull’enogastronomia”. Come se il turismo balneare prescindesse da questi elementi … “Molto è stato fatto. A cominciare dal miglioramento della pulizia della spiaggia ed al servizio di salvamento nei tratti di spiaggia libera. Il nostro è l’unico Comune in Abruzzo che fa questo servizio”. Chiedo al lettore se il “miglioramento” della pulizia della spiaggia e il servizio di salvamento nei tratti di spiaggia libera, possono essere considerati “molto”. Secondo me è solo un normale miglioramento dei sevizi, niente a che vedere col turismo.
Francamente dal forum sul “turismo”, mi aspettavo di più.
A gennaio 2010 spero si concludano le storie infinite del piano spiaggia e delle recinzioni e degli accessi al mare. Si programmi la stagione estiva. Quantomeno si propongano le linee guida, per trovare un vero significato da dare alla parola “turismo” nella nostra Città.
Si abbandoni il progetto della cava di estrazione di sedimenti a Punta Penna. Mancano i presupposti politici e tecnici.
Riceviamo da Arci Vasto
Si abbandoni il progetto della cava di estrazione di sedimenti a Punta Penna. Mancano i presupposti politici e tecnici.
Nei giorni scorsi, le associazioni WWF Zona Frentana e Costa Teatina, Arci Prov. di Chieti, CAI Vasto e Amici di Punta Aderci, sono venute a conoscenza della disponibilità, da parte del Responsabile del Procedimento dell’Ufficio competente della Regione Abruzzo Ing. Raggi, alla rivisitazione tecnica del progetto di una cava marina di estrazione di sedimenti nel litorale antistante Punta Penna.
Ferme restando le motivazioni che ci spingono ad esprimere la nostra totale contrarietà al progetto, apprendiamo dall’Ing. Raggi che la sabbia estratta nel litorale vastese è esclusivamente funzionale al ripascimento del litorale di Casalbordino.
“E’ bene precisare – affermano i rappresentanti delle associazioni – che la spiaggia di Casalbordino, in pochissimi anni, è stata già interessata da almeno 5 interventi di ripascimento, i cui risultati sono stati inutili e dannosi per il litorale stesso. Considerando che l’erosione costiera è stata inferiore laddove si è conservata maggiormente la fascia dunale (a nord), si ritiene che gli interventi debbano andare nella direzione di in un consolidamento delle dune presenti, che rappresentano l’unica vera protezione della spiaggia all’azione erosiva di vento e correnti, piuttosto che di un ulteriore ripascimento di sabbia che verrebbe portata via dalle mareggiate.
A sostegno di ciò, nella conferenza dei servizi del 18 novembre, il Sindaco di Casalbordino Remo Bello, ha affermato che “il precedente ripascimento ha fatto danni e ha rovinato la qualità della sabbia” aggiungendo che “tutto ciò che è nella sua facoltà di Sindaco per bloccare l’opera verrà fatto”. Una netta contrarietà che si aggiunge a quella espressa nella medesima sede dal rappresentante del Comune di Vasto.
“A questo punto – concludono i responsabili dei sodalizi ambientalisti – non vi sono le condizioni tecniche, scientifiche e politiche per proseguire oltre. Il progetto venga, quindi, definitivamente abbandonato”
WWF Zona Frentana e Costa Teatina
ARCI Provincia di Chieti
Ass. Amici di Punta Aderci
CAI Vasto
Lo Stato perfetto
di Adriano Bologna
Ho avuto la fortuna, nella mia vita, di vivere per circa 10 anni in uno stato perfetto. Dal 1975 al 1985 la Germania politicamente, socialmente, economicamente fu uno stato perfetto, quando Helmut Schmidt era Kanzler. La Germania era uno Stato capitalista, con una perfetta rete sociale, con piena occupazione. La piccola Azienda, gli artigiani che formavano la parte integrante del mondo lavorativo, venivano a livello Fiscale continuamente favoriti in modo che tali ceti fossero continuamente alla ricerca di lavoratori. L’operaio non aveva la necessità di fare lotte sociali, perchè lo Stato nel caso di stipendi al di sotto di determinati livelli, dava sotto forma di diversi sussidi, la differenza. In questo modo le Aziende potevano produrre tenendo basso il costo del lavoro, quando uno Stato ha legalità come era lo Stato tedesco, si pagano più volentieri le tasse e non ci sono evasioni fiscali. In Italia oggi, se una piccola Azienda vuole sopravvivere, deve fare evasione Fiscale altrimanti non ha la minima possibilità di sopravvivere. L’economia dello Stato italiano trascina con se, la burocrazia, come un macigno al piede. Il Fisco, determina la economia di uno Stato. Se il fisco non è repressivo, allora chiunque investe e crea occupazione. Lo Stato italiano, non può allinearsi al Fisco degli altri Stati Europei, perchè questo comporterebbe la diminuizione del 75% di impiegati statali e quindi una rivoluzione. L’operaio tedesco riceve dal Fisco a Natale circa 3-4 Mila Euro che gli vengono dati dietro per le mantenute fiscali avute durante l’anno. Questo dovrebbe averlo anche l’operaio italiano perchè si tratta di trattati Europei. Il Fisco paga dietro determinati costi che l’operaio ha per poter esercitare il suo lavoro (vedi costo auto, abiti asilo bambino, assicurazioni, ecc.). In Italia questi diritti vengono calpestati. Ma allora dove vanno a finire i soldi? In Germania non è mai stata regalata la pensione a nessuno negli anni ottanta, cosa che hanno fatto i politici Italiani negli anni del clientelismo.
PartoriRai con dolore … Travaglio.
di Francescopaolo D’Adamo
Non avrei mai pensato che la faziosità di Bruno Vespa potesse raggiungere il livello toccato nella puntata di Porta a Porta di martedì sera. Dopo aver trasmesso uno spezzone di discorso di Marco Travaglio connesso con l’aggressione a Berlusconi, il noto giornalista abruzzese ha viscidamente evidenziato una frase pronunciata da Travaglio e l’ha ripetuta più volte, in maniera equivoca e con tono di condanna, distraendo così l’ascoltatore dai veri concetti espressi.
Si può ascoltare quella frase al minuto 16,11 della registrazione visibile sul blog di Beppe Grillo o su you tube. Essa recita: “… e chi l’ha detto che non posso augurarmi che il Creatore se lo porti via al più presto”.
Chiunque, anche il più delinquente, il più imbecille, il più grande nemico di Berlusconi, rimarrebbe basito e rimprovererebbe la persona che ha pronunciato una tale frase. Il problema è che questa asserzione è stata estrapolata da un discorso molto più ampio. Per di più questa affermazione è stata solo riproposta da Travaglio, non era nemmeno sua.
Chi ascolta tutta la conversazione si rende conto che quanto asserito dall’editorialista “più amato dagli italiani”, che, tra l’altro, ha anche detto che Di Pietro ha espresso in modo “sgangherato” il proprio pensiero sull’accaduto, va verso tutt’altra direzione, rispetto a quella che, in maniera subdola e ingannatrice, Vespa voleva indirizzare, aizzando i presenti e confondendo i distratti ascoltatori.
Premetto che quel paio di volte che ho personalmente incontrato Marco Travaglio, ho provato una immensa sensazione di antipatia verso questa persona, tuttavia sfido chiunque a non dargli ragione, su quanto dice in questa occasione, aldilà delle sue soggettive “impressioni” sul Presidente del Consiglio Italiano. Invito quindi, coloro che vogliono veramente dare un giudizio su quanto espresso da Travaglio, ad ascoltare l’intero intervento. Così facendo ci si convince ancora di più che lo spettacolo e l’odiens, sono cose diverse dall’informazione.
Fatterello carpinetano
di Adriano Bologna
Tempesta,uno dei personaggi D.O.C. della storia di Carpineto, usava, alla festa di S.Vincenzo ricevere visita da un suo cugino di Casalanguida. Al pranzo di mezzoggiorno con molta cordialità faceva preparare un sontuoso pranzo da sua moglie, per onorare e soddisfare il palato del cugino che era un buon gustaio della cucina Carpinetana. Dopo un pò di anni, Tempesta si trovò a Casalanguida quasi per caso alla festa di S. Donato e fece visita a suo cugino. Il cugino lo salutò cordialmente, ma disse a Tempesta di essere molto dispiaciuto,perchè doveva andare via e di non poterlo invitare a pranzo.Tempesta accettò le scuse,senza farne un dramma andò in piazza a Casalanguida e mangiò un panino con la mortadella,per sedare la sua fame. La settimana dopo,puntualmente alla festa di S.Vincenzo a Carpineto, Tempesta ebbe di nuovo visita come tutti gli anni,da suo cugino di Casalanguida.
Varcato l uscio della sua casa,Tempesta accolse molto cordialmente suo cugino e dopo aver parlato del più e del meno,disse a sua moglie. “Carmela ,portami il setaccio “.E Carmela “Ma a cosa ti serve il setaccio”.Tempesta un pò arrabbiato, ” Portami il setaccio senza fare domande.”.Carmela che sapeva di non poter contraddire Tempesta, portò il setaccio.Tempesta che era seduto al tavolo esattamente dalla parte opposta di suo cugino, disse a suo cugino,se poteva tenere il setaccio con una mano e tirare dalla sua parte,perchè lui a sua volta avrebbe tirato dalla sua.Il setaccio quindi andava di qua e di la, perchè una volta tirato dal cugino, una volta tirato da Tempesta.Quando il setaccio era andato 2 volte da una parte all altra, Tempesta disse” Setaccio e setaccio come mi hai fatto ti rifaccio.”.
Dopo di che si alzò e disse a suo cugino.” Brutto pezzente, dopo tante volte che ti ho invitato a pranzare a casa mia,a Casalanguida mi hai trattato come un morto di fame, fuori da casa mia e non tornare mai più a farmi visita.”.