Archive for Maggio 2007
Mala sanità
quattro mesi per una visita oncologica a vasto, due a lanciano!
Tempi da quarto mondo, è vero i nostri ospedali non sono male e il sistema sanitario nazionale italiano è il secondo al mondo (dopo il francese) ma la mancanza di investimenti e la logica del guadagno stanno divorando quanto di buono era stato fatto.
Le parti politiche continuano a darsi battaglia sulle tasse ma la realtà è che i soldi dei contribuenti vanno spesi meglio soprattutto se è vero, come è vero, che l’italia è il paese europeo (dopo paesi scandinavi ) con la spesa pubblica più alta ………….
L’abruzzo non fa eccezione soprattutto se si parla di spesa sanitaria, siamo la regione che gestisce peggio le proprie risorse. A vasto si parla spesso di un nuovo ospedale, ma siamo sicuri che bastino delle nuove strutture a risolvere il problema delle lunghe attese?
p.s. Voi vastesi fuori sede avete gli stessi problemi nei luoghi dove vivete?
Traffico
Ecco la mia risposta ad un articolo letto sul sito Histonium [attendo i vostri evt. commenti]
Gentile signor Tana,
ecco la mia modestissima opinione sul testo “Ecco la mia ricetta per il centro storico”. Se vuole e crede, può inoltrare agli interessati.
Nel testo ricevuto e pubblicato non si trova un solo riferimento al gravissimo problema del traffico automobilistico, sebbene questo imbruttisca tutto il paese, soprattutto il centro storico, dove parcheggiare è talvolta una vera lotteria.
Sono talmente innamorata di Vasto e della sua gente, da aver acquistato un appartamento e da tornarci puntualmente per le vacanze.
Sono tuttavia delusa dalla difficile mobilità.
Quello che colpisce sono due fattori:
1) la scarsezza di informazioni sul trasporto pubblico, peraltro molto scarso la sera (fermate senza tabelle orarie e simili) e quasi tutto esclusivamente concentrato sul collegamento Vasto centro storico-Vasto Marina;
2) la mancanza di tariffe accettabili, che causano tanti viaggi “a vuoto” dei mezzi esistenti;
3) la sconfortante assenza di piste ciclabili.
Persino decidere di camminare è quasi impossibile, visto il traffico asfissiante.
Perché non incentivare il trasporto pubblico? [abbassare i prezzi dei biglietti, aumentare le corse]
Perché non sistemare dei parcheggi per bici?
Perché non destinare, per esempio, un percorso di strade interne ad uso esclusivo delle biciclette? Soluzione molto economica, che darebbe un’impronta moderna e positiva a tutta la città; soluzione che cambierebbe il comportamento dei cittadini, che creerebbe maggiore vivibilità e ridurrebbe l’inquinamento. -Sono appena stata in Veneto, dove ho circolato tantissimo in bici e a piedi.-
Mi viene da pensare che non ci sia interesse vero in questo. Allora non abbiamo neppure diritto di lamentarci e di illudere i cittadini (e i visitatori regolari) con elenchi infiniti di progetti di interventi. Spero di sbagliarmi, in quanto Vasto ha grandi potenzialità, finora poco sfruttate.
Cordialmente.
…ca parlà jè arta liggjire…
Stando lontani da Vasto i ricordi sono sempre migliori della realtà. Tutte le volte che questo mi viene in mente non posso fare a meno di pensare ad una persona che è sempre stata e sarà per me il simbolo della città e di tutto ciò che per me rappresenta. Con lui ho conosciuto i vicoli di Santa Maria, con lui ho imparato, per quel poco che posso sapere, il dialetto, stando con lui infine ho potuto capire che non esistono persone completamente buone o cattive. Lui non era certo un santo, aveva una serie incredibile di difetti e probabilmente tutte le caratteristiche che fanno di un cittadino vastese il “vastese medio”. Ma sicuramente una cosa non gli mancava ed era l’incredibile capacità di tirare avanti in mezzo a problemi e tegole cadute. E’ questa probabilmente la cosa che più mi manca di lui. Se né andato perché non riusciva più a bere un bicchiere d’acqua tutto d’un fiato, e questo credo non abbia sorpreso nessuno. Ho voluto dedicargli questa lettera perchè so che da dove si trova non la leggerà mai e perché dopotutto parlà jè arta liggijre…
Le Terme Romane
I primi resti di quelle che si scoprirono essere le Terme Romane di Histonium, vennero alla luce nel 1973-74, durante i lavori di demolizione degli edifici danneggiati dalla grande frana del 1956, che interessò la parte nordorientale di Vasto, vicino la chiesa di S. Antonio.
Gli interessantissimi scavi, stranamente interrotti, ripresero ben vent’anni dopo, nel giugno ’94, per portare alla luce nel 1997 il bellissimo mosaico del Nettuno, che si aggiunge all’altro mosaico con scene marine gia’ sottoposto a restauro e riposizionato in loco, entrambi databili al II sec. d.C.
Il mosaico e la zona delle terme in generale è ancora parzialmente coperta dalla chiesa di S. Antonio e dall’edificio che sorge al suo fianco che ne ospita la sagrestia.
Un mosaico (rinvenuto nel ’74 e restaurato nel ’96), è caratterizzato da scene marine originalmente disposte raffiguranti una tigre marina, cavalli marini e vari tipi di pesci. Un altro, di dimensioni eccezionali (m.13,5×12,6), mostra al centro la figura del Nettuno ed intorno ad esso una serie di Nereidi e Tritoni a cavallo di vari animali marini. Il tipo di lavorazione, per la particolarità del bicromatismo utilizzato è quasi sconosciuto in Italia, mentre risulta abbastanza diffuso in numerose pavimentazioni africane. Ciò lascia pensare ad una probabile realizzazione ad opera di maestranze africane giunte in Italia per volere di una ricca e potente committenza, forse quella della famiglia degli Hosidii Gaetae la stessa a cui si deve probabilmente la realizzazione dell’anfiteatro.
A tal riguardo merita di essere citato un articolo apparso all’epoca (18 novembre 1973) sul Tempo d’Abruzzo, sempre a firma Giuseppe Catania, che racconta il ritrovamento di importanti tracce di edilizia romana e sollecita le necessarie attenzioni da parte delle autorità competenti:
da Il Tempo d’Abruzzo del 18/11/1973 – di G. Catania
[…] Alcuni giorni addietro una pala meccanica nell’effettuare gli scavi nell’area dell’ex Istituto Tecnico Palizzi, destinata a verde attrezzato, metteva in luce i resti di un muro a reticolato con visibili le tracce di un proseguimento relativo a d un edificio ben delimitato. Indubbiamente la scoperta ha suscitato notevole interesse, anche perchè alcuni cittadini si sono resi diligenti nel richiamare l’attenzione delle autorità locali per un recupero dei reperti archeologici, non solo, ma per la loro eventuale conservazione, giacchè la presenza di tali vestigia concorre notevolmente ad accrescere l’interesse degli studiosi verso la località, non solo sotto il profilo paesaggistico, ma anche storico e documentaristico sulle civiltà che un tempo hanno costituito nuclei umani di indiscusso valore.
Purtroppo per quanto riguarda il settore, dobbiamo rilevare il completo disinteresse non solo delle autorità locali, ma anche di quelle specifiche di tutela, come abbiamo avuto occasione di porre in risalto spesso, in occasione di periodici ritrovamenti e di scoperte di materiale archeologico nella zona del vastese.
Quello ultimo del “Muro delle Lame” di Vasto costituisce, però, un eccezionale esempio di scoperta archeologica, che non può essere tralasciato o sottovalutato. L’interesse, anche se si è propensi a sottovalutarne la consistenza materiale, lo è dal punto di vista del riferimento storico, per conclamare quanto è stato tramandato dagli studiosi e cioè che nella zona orientale (quella del muro delle lame, ndr) sorgevano gli edifici di cui abiamo dato un fugace elenco (i templi dedicati a divinità: Cerere, Minerva e Venere, ndr).
Gli organi della soprintendenza dovrebbero, dunque, intervenire con decisione ed urgenza, affinchè i resti di tanta civiltà storica non vadano perduti con il perdurare delle opere di scavo in atto. Si concorrebbe in tal modo a sottrarre alla moderna civiltà esempi di architettura e di arte quale inestimabile materia di studio e di conservazione per la posterità.
Lu 'mmalucchje – Il malocchio
Non so se da bambini vi capitava ma quando qualcuno ci faceva un complimento del tipo “che bbell cetele…” “Ti si fatt’ grosse” “Ddì la ‘bbendeiche gna sta bbell’…” etc etc… io pensavo ” devo andare a nonna a farmi fare il malocchio”.
Ed era tutto un rituale. Come arrivavo dicevo:
«Nonna mi fai il malocchio per piacere?»
«Nonna sè… ti dole la cocce? Aspi’…».
E prendeva un piattino, lo riempiva di acqua, poi prendeva dell’olio e ne faceva sgocciolare un po’ nell’acqua, non ricordo se tre o quattro gocce… Se la goccia cadendo si espandeva rapidamente allora:
«Jè lu ‘mmalucchje! E forte pìure… te l’ha fatte na fàmmene!»
Se invece si espandeva lentamente era sempre opera di una donna ma era in fase di incubazione 🙂
Se dalla goccia ne nascevano altre allora era opera di un uomo.
Se le gocce non cambiavano allora il malocchio non c’era.
Poi si bagnava le dita in quest’acqua e recitava qualcosa a fil di labbra che NON HO MAI CAPITO neanche drizzando le orecchie!!
Picchiettava i polpastrelli sulla fronte mentre recitava prima al centro della fronte, poi a destra a poi a sinistra. Ogni “preghiera” terminava con un segno di croce fatto con il pollice. Il tutto si concludeva con una tirata di ciocca al centro, a destra e a sinistra.
Adesso ogni tanto glielo richiedo ma non perchè ne ho bisogno ma perchè mi piace rivivere quei tratti d’infanzia.
Capitale sociale (è) sicurezza
…come il cacio sui maccheroni! Finito di scrivere un commento a ‘Paura’, ho aperto ‘El País’ e ho letto una colonna molto interessante. Stando a quanto dice Javier Sampedro, che non è certo l’ultimo arrivato, ci sono stati degli studi che dimostrano un dato interessantissimo che può farci riflettere.
Purtroppo non da dati più precisi, ma pare che qualcuno abbia misurato l’indice di sicurezza delle principali città spagnole. Poi c’è stato un altro studio sul capitale sociale: un concetto che riassume “il numero delle relazioni sociali e si concretizza nelle associazioni civili”. Questo indice si relaziona normalmente con l’evoluzione di una società: più capitale sociale c’è, più è evoluta la società.
A questo punto i dati sono stati incrociati e…(rullo di tamburi)…sì, esatto! dove c’è più capitale sociale c’è anche più sicurezza!
Questo dato è molto più significativo se pensiamo che lo studio di cui sopra è stato fatto anche in Italia: il Nord ha un capitale sociale più alto che il Sud. E, azzardo io, il Nord è anche più sicuro del Sud.
Infine, Sampedro ci da un altro dato molto importante. La città spagnola meno sicura, Guipúzcoa (nel nord), ha un alto “livello educativo e culturale”: 10. Il massimo, per essere precisi.
Non penso siano solo dati statistici.
Paura
L’estorsioni sempre più frequenti mi mettono paura!
La paura non è quella di dover affrontare un’emergenza, la paura è quella di non poter tornare a lavorare in città per affrontare questo problema!
Non bisogna scappare davanti alla mafia o alla criminalità organizzata: bisogna informarsi, informare e sconfiggerla!
Ma io cittadino ho le capacità per farlo? solo forse no ma insieme….
Paura, frustrazione, angoscia…..questi adesso sono i sentimenti che prevalgono…
Questo sito si propone di influenzare in un qualche modo i politici ed i cittadini, allora vi chiedo di organizzarci e fissare un giorno per manifestare contro la mafia e a favore delle vittime.
E’ intollerabile che il cittadino medio cominci a fare ragionammenti del tipo: “eh…ma quello era in brutti giri”, oppure “è pure lui un delinquente”, ecc. Le vittime sono vittime anche se hanno delle responsabilità.
Una manifestazione serve a questo: a unirci tutti insieme intorno al valore della legalità, che fino ad oggi a Vasto c’è sempre stata.
Anfiteatro o Naumachia?
Vi propongo un vecchio articolo di Giuseppe Catania, pubblicato su “Il Tempo” del 26 agosto 1974, che riporta la tesi secondo cui al di sotto di Piazza Rossetti dovrebbe esistere un anfiteatro romano.
Un anfiteatro romano sotto piazza Rossetti
La sua esistenza trova un’autorevole conferma nello studio recentemente condotto dall’arch. Marinucci – Un’apocalittica alluvione avrebbe sommerso la conca entro cui sorgeva
Il Tempo, 26 Agosto 1974 – G. Catania
Più volte da queste colonne e da anni abbiamo sostenuto che al di sotto dell’attuale piazza Rossetti, dalla singolare pianta circolare, esiste un anfiteatro romano di notevoli proporzioni.
L’affermazione, peraltro, trae spunto da alcuni riferimenti tramandatici dagli storici Romanelli (Scoverte Patrie), Luigi Marchesani (Storia di Vasto) e N. A. Viti (Memoria dell’Antichità di Vasto), entrambi questi due vastesi.
Recentemente, a conferma delle nostre indagini storiche ed archeologiche, l’architetto Alfredo Marinucci, autore del volume «Le iscrizioni del Gabinetto archeologico di Vasto», una delle più importanti rassegne tecniche poste all’attenzione degli studiosi e degli appassionati della cultura storica ed artistica, nella sua introduzione all’opera offre una esauriente e dettagliata relazione sull’esistenza proprio in piazza Rossetti di un anfiteatro romano:« Ancora nel Rinascimento – scrive l’arch. Marinucci – nel “piano” di San Francesco da Paola, attuale piazza D. G. Rossetti, erano in evidenza ampie strutture di un complesso monumentale misurante 225 piedi (67 metri circa) di lunghezza e per 210 (62 m. circa) di larghezza e variamente interpretato: Leandro Alberti, Flavio Biondo, Paolo Merula sostenevano che fosse un teatro, il Viti una Naumachia. Oggi, invece, possiamo con assoluta certezza affermare che il monumento in questione non è un teatro (o tantomeno un’impensabile naumachia), bensì un anfiteatro, costruito in opera cementizia rivestita di opera mista (reticolato con ricorsi in laterizio) fuori del perimetro urbano, a lato di esso, sulla cui ellisse, sorsero poi gli edifici che delimitarono la piazza sui lati nord ed est e di cui erano ancora visibili nel XVIII secolo le arcate »..
Delle vicende di questo anfitatro ci siamo più volte occupati riferendo che un’improvvisa, apocalittica alluvione, allagò sommergendola nel fango disceso dalle colline circostanti la conca entro la quale era stato costruito l’anfiteatro, lasciando visibili le arcate esterne. Che entro questa conca naturale siccessivamente si svolgessero le «battaglie navali» a divertimento della popolazione, riempiendo l’invaso con le acque defluenti dall’acquedotto romano posto nelle colline di Cupello e Monteodorisio, per la condotta dell’attuale via «Naumachia» è anche presumibile, se alcuni autori, come l’attendibile Romanelli, riferiscono del teatro coem una «Naumachia». Certo è che al di sotto dell’attuale piazza l’anfiteatro giace con tutto il suo splendore architettonico e l’inestimabile testimonianza storica dell’antichissima e civilissima Histonium.
Giova anche rilevare come in epoca medievale, lungo le arcate emerse dalla colmatura alluvionale, si siano addossate le costruzioni di cui oggi si ha ancora visione.Le esigenze e le tecniche dell’epoca suggerivano che all’interno delle mura trovassero posto le costruzioni dei nobili, al riparo delle incursioni dei ladroni e delle bande di rapinatori; mentre all’esterno trovavano sistemazione le case del volgo.
Infatti, se scorriamo la composizione toponomastica, troviamo che all’interno della piazza Rossetti sono dislocate le costruzioni di maggiore volume ed ancora toneggianti a ridosso delle arcate romane (periodicamente nell’opera di restaurazione o rifacimentodegli edifici vengono alla luce opere edilizie romane), mentre all’esterno, cioè nella zona delimitata dal via Santa Maria Maggiore, ritroviamo nella tipica conformazione urbanistica medievale, le case del popolino, di dimensioni ridotte, che costituivano l’agglomerato urbano al di “fuori” delle mura.L’anfiteatro, quindi, oltre a costituire un’opera di svago ai tempi della romana Histonium, il cui splendore rifulgeva insieme all’importanza che il «municipio romanorum» assumeva nell’ambito dell’assetto territoriale di Roma, rappresentò in epoche succesive materia di utilizzazione nelle tecniche costruttive e difensive, se si tiene anche conto che il Castello medievale ra collegato alla Torre di Bassano, proprio mediante le arcate esterne ad este della piazza, per costituire un baluardo alle scorrerie dei turchi che, sbarcati alla marina, risalivano lungo la china della Madonna della Catena, dopo essre stati avvistati dalla “difesa” della torre della chiesa di Santa Maria Maggiore.
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Written by vastesi
Maggio 19, 2007 at 12:23 am
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